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Una vecchia canzone napoletana recitava più o meno così:

“Vaco truvanno na casciaforte!
E andivinate pe’ ne fá che?
Non tengo titoli, non vivo ‘e rendita,
non ci ho un vestito pe’ cuollo a me!…
Ma ‘a cascia mi necessita…
Pe’ forza ll’aggi”a tené!
Ce aggi”a mettere tutt”e llettere
che mi ha scritto Rosina mia…
nu ritratto (formato visita)
d”a bonanema ‘e zi’ Sufia…
nu cierro ‘e capille,
nu cuorno ‘e curallo…
ed il becco del pappagallo
che noi perdemmo nel ventitré… ”

Il protagonista della canzone, squattrinato e romantico, voleva gelosamente conservare lettere d’amore, fotografie, piccoli oggetti, insomma i ricordi di una vita, per se stesso e per i posteri,  oggi quanto è sentita questa esigenza e soprattutto come possiamo soddisfarla anche in relazione ai documenti digitali che stanno velocemente sostituendo ogni altra forma di documentazione?
Sicuramente inadatte sono le tradizionali cassette di sicurezza, che possono accogliere solo oggetti e documenti tradizionali, ma da sempre depositario qualificato e affidabile di documenti è il notaio: testamenti,  opere inedite, spartiti musicali, pattuizioni private coperte da riservatezza gli vengono affidate in custodia nell’interesse del depositario ma anche di terzi, con la differenza che oggi il notaio può conservare in modo efficiente anche i documenti informatici o in maniera formale (servendosi dei formati ammessi per la conservazione a norma dei documenti testuali o per immagini statiche) oppure – a breve, in via strettamente fiduciaria – utilizzando un qualsiasi formato scelto dall’utente.
Dare data certa ad un documento informatico e soprattutto assicurarne la conservazione nel tempo è quindi a portata di tutti: parlane con il tuo notaio di fiducia ed insieme a lui scegli la modalità di deposito legalmente corretta e più efficiente per il tuo documento, i tempi cambiano ma le esigenze e le persone di cui fidarsi rimangono le stesse.