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Il notaio è circondato da innumerevoli ed infondati luoghi comuni. Questa breve ed incompleta rassegna stampa dovrebbe comunque consentire di sfatarne alcuni.

Il notaio non esiste solo in Italia

Il notariato italiano appartiene alla famiglia dei notariati di tipo latino, presente – in modo del tutto analogo al notariato italiano – in oltre ottanta Paesi del mondo, a cominciare dalla maggior parte dei Paesi Europei (Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Austria, Portogallo ed altri, per un totale di circa 35.000 notai al servizio di 365 milioni di cittadini europei), dall’America Latina fino alla Cina (mappa del notariato nel mondo).

Gli acritici sostenitori del sistema anglosassone sono smentiti dai fatti: perfino in alcuni Stati degli USA (Louisiana, Alabama e Florida) il sistema del notariato latino è stato affiancato al sistema anglosassone, essendone stati verificati i pregi, anche economici.

In questa sezione potate trovare un estratto dall’ultimo libro di R. Shiller (uno dei principali economisti americani, candidato al Nobel per l’economia) in cui si indica nel notariato un possibile antidoto a fenomeni come quello dei mutui subprime.

In Inghilterra o negli USA si potrebbe acquistare la casa da soli – ma di fatto è necessario farsi assistere da un avvocato – e si viene garantiti dalle assicurazioni: peccato che l’avvocato e le assicurazioni abbiano un costo e che le assicurazioni siano restie a pagare i danni.

Il notariato non è una “casta”

La casta dei notai non è mai esistita, è una barzelletta (o una voluta calunnia) che a volte ritorna in trasmissioni radiofoniche o televisive, ma che non ha alcun fondamento nei fatti.

I notai figli di notai sono poco più del 15% ed è una percentuale che tende a diminuire.

Gli studi notarili non si possono trasmettere ai propri figli: questi dovranno, come tutti gli altri, superare il concorso, senza chiusure corporative, esclusivamente basato sulle capacità personali, anonimo (le prove scritte sono inserite in buste chiuse separate dalle buste contenenti il nome del concorrente), durissimo (per verificare una preparazione d’eccellenza), garantito da esaminatori in maggioranza esterni al notariato (magistrati di Cassazione, professori universitari di chiara fama).

L’accesso al concorso è aperto a tutti e, per garantire i giovani meno abbienti e particolarmente meritevoli, il notariato ha inoltre istituito borse di studio a carico della categoria.

Il notariato è al passo con la modernizzazione

Ogni anno tramite la Rete Unitaria del Notariato – la rete telematica i cui costi di impianto e di esercizio sono a esclusivo carico della categoria notarile – vengono trasmessi in via telematica ai Pubblici Registri 2,5 milioni di atti immobiliari e societari ed effettuate 17 milioni di visure.

L’affidamento ai notai della responsabilità dell’iscrizione nel Registro Imprese degli atti costitutivi delle società e dei verbali societari (in precedenza attribuita alla magistratura) ha ridotto – senza alcun costo aggiuntivo ed anzi con notevole risparmio per il bilancio dello Stato – da 30/150 giorni a poche ore il tempo necessario al perfezionamento di tali pratiche (con evidenti ripercussioni positive anche sulla competitività dell’intero sistema-Paese). Peccato che alcune dissennate riforme legislative abbiano reso più complicata, e quindi lunga, la procedura per l’invio della documentazione al Registro Imprese.

L’intervento dei notai nei procedimenti esecutivi per delega dei giudici ha ridotto i tempi di recupero dei crediti da 6/8 anni a 12/18 mesi, snellendo in questo modo il lavoro dei tribunali.

I vantaggi in termini di efficienza e i risparmi per i cittadini, le imprese e l’economia in generale sono del tutto evidenti e quantificabili in molte centinaia di milioni all’anno.

Il confronto con i sistemi di anglosassoni ed in particolare con il sistema statunitense (che talvolta viene assunto a modello in modo acritico, senza rammentare le differenze storiche, sociali e di cultura), testimonia inoltre che le procedure apparentemente più leggere proprie di tali sistemi determinano:

– minore sicurezza giuridica;
– costi più alti;
– ricorso elevatissimo a procedure giudiziarie, con squilibri del tutto a favore dei soggetti più forti economicamente e scarsa tutela dei soggetti deboli.

Il notariato è parte integrante del sistema giustizia

1) nel realizzare sicurezza contrattuale tra le parti:

– che rende inesistente il contenzioso sugli atti societari e commerciali
– che rende il contenzioso sugli atti immobiliari prossimo a zero: 0,0003%, coperto dalla assicurazione obbligatoria istituita dal Consiglio Nazionale ed a carico esclusivo dei notai
– che garantisce comunque il cliente grazie alla istituzione del fondo di garanzia

2) per la particolare forza probatoria ed esecutiva dell’atto notarile

3) per l’affidabilità generale dei diritti creata da pubblici registri

4) per l’impegno quotidiano nel promuovere e nel garantire la cultura della legalità, che è valore fondante di un Paese almeno pari a quelli del mercato e della concorrenza.

Il notariato si è costantemente rinnovato

Il notariato ha assunto iniziative di forte apertura alle mutate esigenze sociali, del cittadino e di trasparenza, tutte a costo zero per lo Stato, in materia di:

– riforma dell’accesso, con una pratica notarile più breve e collegata con l’università;
– formazione continua;
– riforma del codice deontologico e predisposizione dei protocolli notarili;
– rafforzamento del procedimento disciplinare e delle sanzioni;
– assicurazione obbligatoria e il fondo di garanzia;
– pubblicità informativa;
– pubblicazione delle tariffe sul sito internet;
– informazione al cittadino mediante una campagna di comunicazione sulla stampa, alla radio, in internet;
– confronto con le principali associazioni dei consumatori;
– costanti contatti internazionali consentono un lavoro intenso per favorire la integrazione dello spazio giuridico europeo e la circolazione sempre più rapida degli atti notarili, anche attraverso strumenti telematici.

Il notariato è parte attiva del prelievo fiscale

Ogni anno quasi 5 miliardi di euro (10.000 miliardi delle vecchie lire: lo 0,35 % del PIL) di imposte indirette e plusvalenze vengono riscossi dai notai e trasmessi, con piena responsabilità e senza alcun aggio, allo Stato.